una collegiale

La Rivoluzione [francese] viene concepita mitologicamente come una persona in carne ed ossa che va alle urne a votare invece degli elettori. […] Siamo condotti ad attribuire in blocco la varietà degli eventi rivoluzionarî alla Rivoluzione personificata, piuttosto che assegnare ciascun fatto all’individuo o al gruppo di individui che ne furono autori. E allora questa Rivoluzione […] ci appare come una potenza incoerente, capricciosa, violenta, qualcosa di incomprensibile. […] Quando, invece, si metta da parte la cosiddetta Rivoluzione e si parli in termini concreti di rivoluzionarî, […] tutto ci obbliga a conchiudere che ben pochi fra essi appartenevano a quello stesso tipo morale sotto cui si sogliono classificare le collegiali di sedici anni.

G. Salvemini, La rivoluzione francese, 1788-1792, 1905